Disturbi e affezioni di natura ortopedica
La riabilitazione ortopedica è indirizzata ai seguenti gruppi di patologie:
- patologie artrosiche
- patologie reumatiche e fibromialgia
- esiti di interventi chirurgici alle articolazioni di spalla, gomito, mano, colonna vertebrale, anca, ginocchio e piede.
PATOLOGIE ARTROSICHE
Esse si evidenziano nel soggetto anziano proprio per la conseguenza dell’ età e si possono
accompagnare a peggioramenti di esiti di interventi chirurgici generali o ortopedici, conseguenti
a traumi ( come ad esempio cadute che hanno riportato in precedenza fratture) o in presenza di
malattie neuromuscolari e/o degenerative (come ad esempio l’ Alzaimer o altre).
Spesso le articolazione più colpite sono la colonna vertebrale, l’ articolazione delle spalle e delle
mani, l’ articolazione delle anche e delle ginocchia.
Frequentemente il paziente riferisce dolore, infiammazione della parte colpita e relativa riduzione
del movimento.
Per questo motivo la cauta mobilizzazione articolare permette un recupero del movimento
compatibilmente all’ età e alla situazione clinica con l’ obiettivo di ridurre i tempi di immobilità e
il peggioramento che ne potrebbe conseguire. L’ approccio manuale e l’ esecuzione con il terapista
di una ginnastica dolce offre un positivo risultato di recupero delle risorse motorie residue ed un
PATOLOGIE REUMATICHE E FIBROMI ALGIA
Tali patologie spesso si presentano associate ad infiammazione dell’ articolazione o del distretto
interessato associate con alterazioni degli esami ematochimici prescritti dal Medico Specialista o
dal Medico Curante.
In tali forme è davvero importante cercare di ridurre l’ infiammazione tramite l’ utilizzo dei farmaci
prescritti ed eventuale terapia fisica ( ultrasuoni anche in acqua tiepida e laser) Il paziente viene
inoltre chiamato a rendersi partecipe del proprio stato di malattia, cercando di capire i propri limiti e
le risorse residue.
Spesso infatti viene somministrata la scala di VAS quale valido parametro di valutazione
dell’ entità di dolore. Stabilita una scala ipotetica da 0 ( nullo dolore) a 10 ( massimo dolore provato
personalmente per quel distretto e per quella specifica patologia) viene richiesto di segnalare il
livello della propria situazione attuale per monitorarla nel tempo. Viene inoltre consigliato di non
oltrepassare mai la soglia personale di 7 o massimo 8 come valore di riferimento onde accentuare
l’ effetto infiammatorio e rendere perciò più difficoltosa e prolungata la guarigione.
Infine l’ esercizio dolce e ben calibrato è in grado di mantenere un trofismo muscolare ideale
affinchè vi sia un mantenimento delle risorse motorie presenti con l’ obiettivo di mantenere la
propria qualità di vita.
ESITI DI INTERVENTI CHIRURGICI
Ogni intervento chirurgico prevede, in base al distretto interessato, un protocollo standardizzato
secondo i più recenti protocolli chirurgici internazionali redatti ma assolutamente personalizzato in
base all’ età, alla qualità di vita del paziente e alla situazione clinica.
L’ approccio manuale è essenziale per la cura del recupero articolare inteso come il raggiungimento
dei massimi gradi articolari sia passivi che attivi e per l’ ottimizzazione delle lunghezze fasciali e
dell’ elasticità capsulo-legamentosa.
La terapia fisica è di importante supporto per una riduzione veloce dell’ infiammazione e del dolore
tale da permettere un recupero in linea con i tempi riabilitativi (vedi la tipologia delle nostre diverse
terapie fisiche).
In particolare la Crioultrasuoni terapia è in grado di associare il benefico effetto degli ultrasuoni
erogati a temperature fino a – 5° C per il tempo necessario di applicazione (di solito dai 10 ai 20
minuti in base alla sede corporea); esso viene indicato in tutti quei casi laddove sia necessario
bloccare l’ effetto infiammatorio con ghiaccio per ridurre il dolore e permettere un recupero
articolare ottimale.
ALLEGATI
Protocollo di lavoro in esiti di frattura di polso: dopo approccio chirurgico e in senso conservativo (pubblicato su "Lo Scalpello" del dicembre 2008)